mercoledì 28 settembre 2016

The Final Countdown

Tananana
Tananattattà
Tananana
Tananattattattattà
Tananana
Tananattattà
Tananana
Tananattattattattà
Tananana
Tananattattà
Tananana
Tananattattattattà
Tananana
Tananattattà
Tananana
Tananattattattattà
Tananà
Tananananananà tà tà
Tananananà...

(così, per dire)

domenica 18 settembre 2016

Nuovi sintomi del declino della civiltà occidentale

Via, ve lo racconto anche a voi, che non abbiate a dire che vi trascuro. Niente, è successo che l'altro giorno sono andato a far la spesa, in un comunissimo supermercato di questa città qua. E, per inciso, qua non è Milano, che quella si sa che è un universo a parte: no, stiamo parlando di una città qualunque, anzi, di una non proprio famosa nel mondo per la ricercatezza degli usi e costumi degli abitanti. Ma tant'è. Ho fatto la mia spesa e stavo spingendo il mio carrello sulla strada del ritorno verso la mia Panda, quando ecco che ti vedo questo cartellone pubblicitario. Il quale pubblicizzava un servizio di onoranze funebri. Ma per animali domestici. Funerali per cani, sì. E infatti lo slogan era, cito testualmente, Il tuo fedele amico non è un rifiuto. Fai la scelta giusta! E a rendere il tutto ancor più persuasivo, tanto di foto palesemente photoshoppata di cane e gatto d'ordinanza che, in coro, con occhioni languidi e espressione visibilmente preoccupata per l'imminente inizio della loro vita ultraterrena, sembravano implorare Oh no, padroncino nostro adorato, non siamo rifiuti! Suvvia, fai la scelta giusta!
E insomma, a me questa cosa mi ha sconvolto. Perché lo so che agli animali ci si affeziona e che quando muoiono dispiace. E che la celebrazione dei defunti, di quelli che ci sono stati cari, è dall'alba dei tempi uno dei fondamenti dell'umanità. Ma con criterio, però. Non dico di buttarli diretti nel cassonetto dell'organico, i cani morti, ma una sana buca in giardino, come hanno sempre fatto tutti, mi sembra una soluzione più che accettabile. Perché, nonostante tutto e con tutto il rispetto, sono pur sempre bestie. E qualche differenza, bene o male, c'è. E invece no, ora ci vuole il funerale. Che poi, ma come funziona un funerale per animali domestici? Il prete, almeno quello, suppongo che non ci sia. E allora ci si ritroverà da qualche parte, qualcuno dirà quanto era buona quella bestiola, con quanta gioia scodinzolava sempre, o con quanta cura faceva le sue cose nella cassetta, e poi? Ci sarà anche la camera ardente, il corteo funebre e tutto? Non lo so, io non me ne capacito. Poi sarò io quello strano. Ma mi sa che c'è qualcosa che non quadra, qua. Perché se è vero come è vero che ognuno coi suoi soldi ci fa quello che gli pare, compreso il funerale al cane al gatto e se gli gira anche all'acciuga, è anche vero che la diffusione nella società di massa di comportamenti che già ai miei tempi sarebbero stati considerati assai bizzarri se non patologici è chiaro sintomo di una qualche patologia della società stessa. Perché il cane ce l'hanno sempre avuto tutti, in qualunque epoca e latitudine, ma nessuno mai gli ha fatto tutte 'ste menate. Qui non ci siamo, gente. Ma non ci siamo neanche vicini.

domenica 12 giugno 2016

Porca vacca

Mi sento molto tranquillo. Come consumatore, intendo. Sapere di avere a che fare con gente che se ne intende, gente del ramo, gente che non si occupa d'altro da generazioni e generazioni, è molto confortante. Questi ci passano le giornate, a controllare il loro prodotto, e probabilmente ci dormono anche poco la notte. Fanno di tutto per garantirmi la massima qualità, e sanno molto bene cosa si deve fare. E allora io quel prodotto lo acquisto e lo consumo serenamente. Perché in effetti, a leggere bene bene l'etichetta, il dubbio che sulla zootecnia questi non abbiano proprio le idee chiarissime verrebbe anche. Ma se invece giurano di no...


venerdì 13 maggio 2016

giovedì 14 aprile 2016

Prima zanzara del 2016

Oggi. Il 14 aprile. Anzi, stanotte, per la precisione. La notte del 14 aprile.
Siamo spacciati.

domenica 3 gennaio 2016

Tanti auguri ai tanti auguri

Vi annuncio quanto segue: 18 anni e qualche giorno fa ho compiuto 18 anni. O se preferite, 18 anni fa ho compiuto 18 anni e qualche giorno. Comunque la vogliate vedere, quindi, non molti giorni fa i miei 18 anni hanno compiuto 18 anni. Ovvero, la mia maggiore età ha appena compiuto la maggiore età. Non è che le ho fatto questa gran festa, a essere onesto, però almeno un post glielo devo, no? Perché, insomma, si tratta di un traguardo importante per chiunque, lo sarà stato anche per lei, immagino. Pensate a quante cose può fare, ora, la mia maggiore età. Può prendere la patente, può andare a votare, soprattutto può vedere i filmacci sporcaccioni e può anche interpretarli, se le va. Quanta libertà tutta in un colpo, e che bella cosa la libertà. Spero solo che non le venga in mente di prendere il porto d'armi. Che non si sa mai. Ma detto ciò, auguri.

Voialtri, invece, prima di fare dell'ironia sul tempo che passa ricordatevi che, come dice il sempre saggio Nonno Nanni,

sabato 5 settembre 2015

Gâteau di gatto

Non ci volevo credere. La mia stima in queste tecnologie moderne era smisurata, ritenevo che in qualche modo quasi magico contenessero tutta la conoscenza maturata dall'umanità in miriadi di anni e la rendessero disponibile a chiunque in bruscoli di secondo, e che quindi la mia richiesta sarebbe stata senz'altro abbondantemente soddisfatta. E invece, ecco il risultato:

A questo punto, mi son detto, sarà senz'altro colpa del motore di ricerca: ma ti pare che nessuno al mondo (mica solo a Vicenza: al mondo!) ha mai scritto una riga su un argomento del genere? E allora mi sono rivolto alla concorrenza. Ma l'effetto è stato il seguente:
Terribile. A prima vista pare proprio che l'argomento non sia mai stato trattato neanche di sfuggita. E siccome la prima vista purtroppo conta sempre parecchio, ho ritenuto che questa lacuna dovesse essere colmata al più presto.
Ed ecco qua. Un bel post sul gâteau di gatto. Il primo al mondo, a quanto pare.
Poi, in tutta onestà non ho la minima idea di come si prepari un gâteau di gatto, non so se verrebbe buono né - per inciso - se sarebbe legale (e qua si potrebbe aprire una grossissima parentesi sui gatti e i conigli e sulla legge e la morale, ma non andiamo fuori tema). So solo che "gâteau di gatto" suona troppo bene per non dedicargli neanche un post. Per lasciare deluso chiunque cerchi informazioni in merito (e voglio sperare che almeno quelli non saranno pochi).
E quindi, ecco fatto.

mercoledì 19 agosto 2015

Precursioni

1360 (o giù di lì): viene completata la torre di Pisa.
1826 (o giù di lì): viene scattata la prima fotografia.
Non serviva nient'altro.
E infatti, anche se non dispongo di dati precisi in merito, sono pronto a scommettere che di lì a non molto qualcuno l'ha fatta. Ha fatto la prima foto a uno che finge di reggere la torre di Pisa. E bisogna ammettere che l'autore di questa foto, chiunque sia stato, ha dimostrato se non del genio comunque un'originalità non comune. Il problema è che poi, un po' alla volta, sono arrivati tutti gli altri. E apprezzando ognuno l'idea del precedente, tutti si sono messi a fare la loro brava foto a uno che finge di reggere la torre di Pisa. E così l'idea brillante si è trasformata in un'abitudine, quasi in un dovere, in un pedaggio da pagare quando dai quattro angoli del pianeta si visita quel posto. Eppure ognuno che si mette in quella posa lì da reggitore di torre di Pisa per fare la sua brava foto sfoggia lo stesso sorrisetto furbetto di chi se l'è inventata proprio bella, altroché.
E lo stesso vale per un sacco di altre consuetudini: anche scrivere col dito Lavami su una Panda impolverata è una roba simpatica, se sei il primo a farlo. Ma prima che ti sporchi il dito te lo dico: no, lascia stare, lo hanno già fatto. Peccato.
E vogliamo parlare dei barattoli e dei clacson, o della giarrettiera e del bouquet, o peggio del taglio della cravatta, o di tutte quelle minchiate rituali che si fanno ai matrimoni (la maggiore delle quali, secondo alcuni, è proprio il matrimonio stesso)? Qualcuno le avrà inventate, qualcuno le avrà apprezzate e copiate e tramandate, ma qualcuno prima o poi anche basta, no?
E a chi, leggendo questa roba e conoscendomi un minimo, dirà "Da che pulpito!", risponderò che, appunto, anche "Da che pulpito!" è una frase fatta, ma le frasi fatte qualcuno le avrà pur dovute fare, la prima volta. Mica facile fare frasi fatte. Massimo rispetto per costui, dunque. Per i successori, a calare.

sabato 2 maggio 2015

Come è andata a finire

Beh... è andata così:

Nonostante i sostegni, nonostante i tiranti, è andata proprio così. Poteva andare diversamente? Boh, forse, chissà. Però è andata così.
Peccato.
(Qui le puntate precedenti, per quei pochi che se le fossero perse)

sabato 21 marzo 2015

Qualcosa di strano

Allora, vi racconto.
In data 6 febbraio 2015 u.s. ho acquistato un oggettino tramite un ben noto sito di commercio elettronico. Alla modica cifra di euro 1,00, pari, per i nostalgici, a lire 1936,27. Si tratta di un caricabatterie USB, per la cronaca, ma non è questo il punto. Qualunque oggetto fosse, la cosa strana è che qualche giorno fa, dopo poco più di un mese, è arrivato. Non so ancora neppure se funziona, ma non importa: è arrivato. Dalla Cina. Da Shanghai, Wanhangdu Road 888, per essere precisi.
Ora, secondo un ben noto motore di ricerca da quel posto lì alla cassetta delle lettere del sottoscritto ci sono la bellezza di 9152 km. Non propriamente la via dell'orto, no. Eppure le poste cinesi qualcosa ci avranno pure guadagnato. E così pure chi gestisce la carta di credito con cui ho effettuato il pagamento, nonché chi ha trasferito il denaro dalla suddetta carta al conto del venditore. E a chi ha prodotto la busta, con all'interno tutti quei pallini di plastica antiurto tutti pieni di aria cinese, non gli vorremo dare qualcosa? E poi c'è anche il bollo della dogana, e i doganieri non staranno mica lì per beneficenza, eppure sembra proprio tutto regolare, guardate:

E tutti questi soggetti, e probabilmente anche altri, non ultimo il produttore del caricabatterie, hanno rosicchiato la loro quota del mio misero euro. E evidentemente ce n'era per tutti.
E allora?
Allora niente, però qualcosa di strano c'è, in questo mondo.